@ - Nel 49esimo giorno della guerra in Ucraina, prosegue l'avanzata russa nell'Est, con obiettivi il Donbass e soprattutto la città portuale di Mariupol, ormai diventata un simbolo delle devastazioni causate dal conflitto e teatro di violenti combattimenti, con scontri anche corpo a corpo.
© Fornito da Avvenire
Lo stato maggiore dell'esercito ucraino ha fatto sapere che proseguono i bombardamenti russi con artiglieria su Kharkiv e aerei su Mariupol, dove sono state colpite infrastrutture civili ed è in corso una dura battaglia, anche con combattimenti corpo a corpo, nell'impianto siderurgico Azovstal, di cui l'esercito di Mosca sta cercando di prendere il controllo. Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo, 1.026 militari ucraini, fra i quali 162 ufficiali e 47 soldatesse, si sarebbero arresi e il sindaco ha parlato di almeno "100 mila persone" che chiedono di essere evacuate dalla città. Ma il governo di Kiev smentisce la notizia della resa e secondo il vice primo ministro ucraino Iryna Vereshchuk, oggi non è stato possibile aprire alcun corridoio umanitario perché i russi violano il cessate il fuoco e bloccano gli autobus che evacuano i civili.
Da Kiev si moltiplicano le denunce di massacri e violenze compiuti dalle forze d'invasione. Ed è salito a 191, secondo i dati diffusi dall'ufficio del Procuratore generale ucraino, il numero di bambini uccisi nel Paese dall'inizio della guerra, con altri 349 che sono rimasti feriti.
Il governo russo respinge l'accusa di aver utilizzato armi chimiche, ipotizzata da Washington, e invita gli Usa a "smettere di fare disinformazione", dal momento che la Russia avrebbe distrutto le sue ultime scorte chimiche nel 2017.
Il presidente americano Joe Biden, mentre si appresta ad annunciare altri 700 milioni di dollari di aiuti militari a Kiev, ha lanciato un nuovo violentissimo attacco verbale al leader del Cremlino Vladimir Putin, accusandolo di "genocidio" e sottolineando che "lasceremo agli avvocati decidere come qualificarlo a livello internazionale, ma di sicuro è quello che sembra a me". Immediato il plauso del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "Parole vere da un vero leader". Mentre il francese Emmanuel Macron ha preso le distanze rifiutando di utilizzare gli stessi termini e mettendo in dubbio l'utilità di una "escalation di parole" per porre fine alla guerra.
Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sottolineato la necessità di mantenere moderazione, ricordando come fra Roma e Mosca resti sempre "un canale aperto" e suggerendo l'idea di "una conferenza di pace preceduta da un cessate il fuoco", pur proseguendo sulla strada delle sanzioni che servono "per evitare che Putin continui a impegnare i soldi nella guerra".
A Kiev arriveranno oggi i presidenti di Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia, Andrzej Duda, Gitanas Nauseda, Egils Levits e Alar Karis, che incontreranno Zelensky con l'obiettivo di "sostenere il presidente e i difensori dell'Ucraina in un momento cruciale per il Paese", oltre a portare "un forte messaggio di sostegno politico e di assistenza militare", come ha voluto precisare Nauseda.
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