@ - Con un po' di fortuna, troverete almeno una freccia.
Palazzo Madruzzo a Soriano nel Cimino
(foto: Project Tuscia)
Poi, la maggior parte delle volte, a fare da guida resta solo la curiosità, l'intuito, insieme alle indicazioni di chi abita nei dintorni o raccolte nei forum digitali. Basta girare intorno a un leccio, o che la luce del sole penetri tra il bosco fitto, ed ecco la rivelazione. La Tuscia è la terra perfetta per chi è in cerca: identificata con la provincia di Viterbo, ed estesa dal nord del Lazio fino a confluire nella Maremma toscana, nei suoi paesaggi fitti di boschi e tufo la sua antichissima storia è strettamente legata a quella degli Etruschi, delle nobili famiglie che vi prosperarono, come i Farnese, e dei Papi che scelsero proprio Viterbo come sede alla fine del Duecento. L'essere defilata dai flussi del turismo verso Roma e la Toscana l'ha in un certo modo preservata, e quello che fino a qualche anno fa poteva essere un limite ora è una miniera. Che attrae, appunto, i cercatori di storie, monumenti, arte, borghi di cui pochi hanno sentito parlare e conoscono le coordinate.
Questo senso di mistero che attraversa capillarmente la Tuscia è la chiave che ho scelto per condurvi in un itinerario nei suoi tesori e che troverete domani nella nuova pagina di Viaggi24 di Weekend del Sole 24 Ore. Una cosa imperdibile, in questo senso, è la Piramide Etrusca, nascosta da almeno 24 secoli in un fitto bosco: è un enorme masso di peperino scolpito e il più grande altare rupestre d'Europa. Nei dintorni, le cascate di Chia sono un altro luogo di culto etrusco immerso nella vegetazione, e nella Torre che resta di un castello medievale Pier Paolo Pasolini scelse di vivere gli ultimi anni della sua vita. Prima di lui, si erano innamorati della Tuscia anche David H. Lawrence, che raccontò le sue esplorazioni delle necropoli nel libro “Luoghi etruschi” del 1932 e re Gustavo VI Adolfo di Svezia, che scavò personalmente la città rupestre dell'Acquarossa.
Se la Tuscia sembra una scultura a cielo aperto il merito va alla sua roccia vulcanica, il tufo, che ha dato vita a borghi scenografici come la celebre Civita di Bagnoregio, Vitorchiano, Sutri (con le sue grotte dove si dice sia nato il paladino Orlando), il paese ormai fantasma di Celleno. Ma sul tufo sono anche sorti i rinascimentali palazzi aristocratici che punteggiano il territorio, che peraltro vanta anche la più alta concentrazione mondiale di giardini storici. Molto è ancora da scoprire, da indagare, come il sito di Norchia, dove i resti dell'abside della duecentesca chiesa di San Pietro emergono come un'installazione fra gli alberi. A fine maggio, intanto, inizieranno gli scavi per riportare alla luce la città di Falerii Novi, individuata con il georadar nei pressi della Via Amerina, che in antichità collegava Roma all'Umbria. Oggi se ne può percorrere un tratto a piedi: la troverete grazie alle poche indicazioni disponibili, ma non dimenticherete più dove si trova.
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