@ - Nyt, prevista anche 'donazione sostanziale' per vittime abusi.
La cifra non è stata resa nota. No comment da Buckingam palace. Il principe Andrea ha raggiunto un accordo nella causa civile per le accuse di abuso sessuale da parte di Virginia Giuffre e si è impegnato a pagare una somma rimasta riservata.
Il reale intende anche fare una "donazione sostanziale" ad una organizzazione di beneficenza "in supporto dei diritti delle vittime" degli abusi.
Lo scrive il New York Times.
La somma che il principe Andrea sborserà nell'ambito del patteggiamento non è stata resa nota. Nella lettera che annuncia l'accordo si parla infatti solo di una "donazione sostanziale" all'associazione di Virginia Giuffre a sostegno delle vittime di violenze sessuali. La missiva ammette anche che Giuffre ha "sofferto come vittima di abuso e anche di ingiusti attacchi pubblici. E' noto che Jeffrey Epstein ha portato avanti per anni il traffico di giovani ragazze. Il principe Andrea rimpiange la sua associazione con Epstein e loda il coraggio di Giuffre e delle altre che si sono fatte avanti. Il principe si impegna a dimostrare il suo rimpianto per la sua associazione a Epstein sostenendo la battaglia contro i trafficanti sessuali e sostenendone le vittime". L'accordo precede di alcune settimane l'attesa deposizione del principe Andrea, che avrebbe dovuto essere sentito sotto giuramento dai legali di Giuffre.
Scontato silenzio da Buckingham Palace di fronte alla notizia della transazione extra giudiziale che ha messo oggi fine - in cambio di un indennizzo in denaro dall'entità segreta - alla causa civile intentata negli Usa contro il principe Andrea per presunti abusi sessuali da Veronica Giuffre: una delle vittime del defunto faccendiere americano Jeffrey Epstein. Il palazzo, che ha sempre rifiutato di commentare le faccende legali del duca di York, ha mantenuto un stretto riserbo ufficiale anche in queste ore; mentre gli avvocati di Andrea come quelli della Giuffre si attengono a loro volta all'impegno di non entrare nei dettagli di un un accordo che secondo uno dei legali della donna "parla per sé".
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