20 ago 2018

Pepsi offre 3,2 miliardi di dollari per comprare SodaStream

Il matrimonio è atteso nel giro di poche settimane, al più tardi all’inizio del 2019.

L’israeliana Sodastream, azienda diventata l’emblema mondiale dell’acqua e delle bevande gassate fatte in casa, dopo un corteggiamento iniziato nel 2015 ha ricevuto oggi una proposta di 3,2 miliardi di dollari da parte del colosso americano PepsiCo. Il matrimonio – di reciproco interesse – è atteso nel giro di poche settimane, al più tardi all’inizio del 2019. Per PepsiCo si tratta di entrare in un nuovo mercato, quello delle bevande domestiche, che potrebbe bilanciare l’allontanamento dei consumatori dalle bevande gassate, come conseguenza di un trend mondiale orientato a una vita più salutare. Per SodaStream - che distribuisce i suoi dispositivi a sifone e oltre 100 tipi di sciroppi e aromi concentrati in 45 paesi per un totale di 80.000 punti vendita, soprattutto in Germania, Francia, Canada e Stati Uniti - l’accordo rappresenta la possibilità di ampliare il business a livello globale. 

L’azienda israeliana è diventata un «case history» a livello mondiale non soltanto per il successo economico. Fondata nel 1903 in Inghilterra e distribuita in Israele fin dal 1978, Sodastream fu acquisita dall’israeliana Soda-Club nel 1998 e quotata al Nasdaq nel novembre 2010. Fino al 2015 lo stabilimento principale era in Cisgiordania e l’azienda dava lavoro a centinaia di palestinesi. Come conseguenza di una forte campagna di boicottaggio che investì anche la star del cinema Scarlett Johansson, all’epoca testimonial del marchio, nell’ottobre 2015 SodaStream chiuse la fabbrica a Ma’ale Adumim, riuscendo a conservare un contratto a poco più di 70 dipendenti palestinesi. Ancora oggi che SodaStream ha sede a Lod, vicino all’aeroporto Ben Gurion, e ha tredici stabilimenti di produzione in tutto Israele, l’immagine dell’azienda punta su valori di coesistenza, sostenibilità e salute. 

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