11 ago 2023

Ricarica Consapevole: La Guida su Colonnine e Costi per l'Auto Elettrica nel Bel Paese

@ - In questo articolo, esploreremo le diverse colonnine di ricarica, i costi associati e i fattori che influenzano il prezzo della ricarica, sia a casa che nelle stazioni pubbliche. Dall'analisi dei vari tipi e potenze delle colonnine alle tariffe energetiche, questa guida offre un'immagine completa dell'attuale scenario di ricarica dei veicoli elettrici nel territorio italiano

Quali sono le principali colonnine di ricarica presenti sul territorio italiano?
Nell'attuale scenario di crescita dell'adozione di veicoli elettrici, le colonnine di ricarica giocano un ruolo cruciale. In Italia, la varietà di opzioni di ricarica è ampia e continua a espandersi.

Produttori e Modelli
Tra i produttori più noti di colonnine di ricarica si annoverano Abb, Scame, Gewiss, BTicino, Ingeteam, Schneider, Wallbox, Silla Industries, Daze Technologies, EVBox e Shell Recharge. La scelta del dispositivo di ricarica dipende dal modello, e i costi possono variare in base a caratteristiche come display LED, controllo degli accessi tramite lettore di badge RFiD, connessione Wi-Fi, Bluetooth, Lan o rete GSM, e sistemi di monitoraggio.

Potenze Nominali
Le potenze nominali delle colonnine variano tra 3,7 kW, 7,4 kW, 11 kW e 22 kW, con differenze nei costi a seconda delle funzionalità.

Tipi di Ricarica
Si possono distinguere le colonnine in base alla corrente:
  • AC (Corrente Alternata): Usata prevalentemente nelle abitazioni, la corrente AC (230 Volt) è ampiamente diffusa. È possibile collegare l'auto all'impianto domestico, ma i tempi di ricarica possono essere lunghi. L'installazione di una wallbox in garage può facilitare una ricarica più rapida. Connettori tipici in AC includono Tipo 1, Tipo 2, Tipo 3C e Tipo 3A.
  • DC (Corrente Continua): La corrente DC consente una ricarica rapida delle auto elettriche. I connettori tipici includono CCS Combo 2 e CHAdeMO, utilizzati dai principali produttori di auto elettriche in Europa, Asia e America.
Modalità di Ricarica
Le diverse modalità di ricarica includono:
  • Modo 1: ricarica di base senza protezioni speciali.
  • Modo 2: ricarica domestica con monitoraggio e controllo della corrente.
  • Modo 3: ricarica standard residenziale o pubblica tramite wallbox.
  • Modo 4: ricarica ad alta potenza nelle stazioni pubbliche.
Classificazione delle Colonnine
Secondo l'Arera, le colonnine sono classificate in:
Classificazione - Caratteristiche
Slow - ricariche fino a 7,4 kW in AC
Quick - ricariche fino a 22 kW in A
Fast - ricariche fino a 50 kW in DC e 43 kW in AC
Ultra-fast - ricariche oltre i 50 kW in DC
Hypercharger - ricariche oltre i 200 kW in DC, come gli hyperchanger di Enel X e i supercharger di Tesla

Costi Associati
Il costo del cavo di ricarica di Tipo 2 monofase 32A è intorno ai 250€. Installare una stazione di ricarica domestica può costare circa 2.000€, con costi maggiori in un condominio.

L'evoluzione delle tecnologie di ricarica, insieme a un crescente numero di opzioni, promette di supportare un'ulteriore crescita nell'adozione dei veicoli elettrici in Italia, offrendo soluzioni per ogni necessità, dall'uso domestico alle stazioni di ricarica rapida lungo le principali arterie stradali.

Analisi dei costi: quanto costa ricaricare un’auto elettrica?
Per realizzare un’analisi dei costi in energia elettrica per ricaricare un’auto elettrica bisogna considerare diversi fattori, come:
  • la potenza della batteria;
  • il tipo di colonnina (domestica o pubblica, AC o DC);
In media, il prezzo dell’energia elettrica in Italia è:
  • di 0,20 euro/kWh se si ricarica a casa;
  • di 0,45 euro/kWh se si ricarica alle colonnine pubbliche.
Tuttavia, ci sono delle differenze tra i vari operatori e le loro tariffe, che possono prevedere dei costi fissi, variabili o misti.

Per esempio, se si ha una batteria da 45 kWh e si vuole ricaricarla completamente, si spenderà circa 9 euro a casa e circa 20 euro alle colonnine pubbliche. Se invece si ha un abbonamento con un operatore che offre un prezzo di 0,34 euro/kWh, si spenderà circa 15 euro.

La capacità di una batteria di un’auto elettrica
La capacità di una batteria di un’auto elettrica indica quanta energia elettrica può immagazzinare e trasmettere al motore. Si misura in kWh (kilowattora) e determina l’autonomia del veicolo, cioè quanti chilometri può percorrere con una carica completa.

In generale, le auto elettriche più economiche hanno batterie da circa 20-30 kWh, mentre quelle più costose e performanti possono arrivare fino a 100 kWh o più.

Per darti alcuni esempi, la Renault Zoe ha una batteria da 52 kWh, la Tesla Model 3 da 60 kWh, la Volkswagen ID.4 da 77 kWh e la Tesla Model S da 100 kWh.

4 ago 2023

Rifiuti: più mezzi e pulizie stradali, la strategia per riportare Roma "alla normalità"

@ - Tra nuovi mezzi e la pulizie delle strade i punti del nuovo piano annunciato dal Sindaco e dal dg di Ama.

Gualtieri su un mezzo Ama. Foto d'archivio.

Nuovi mezzi, una riorganizzazione della raccolta dei rifiuti, ed un nuovo piano per la pulizia delle strade. Sono questi i punti su cui Gualtieri e Ama scommettono per rilanciare l’azienda municipalizzata guidata dal neo direttore generale Alessandro Filippi.

Il nodo dei mezzi a disposizione
La conferenza stampa che il Campidoglio ha deciso di organizzare venedì 4 agosto nel deposito Ama di Tor Pagnotta, è stata utile per far conoscere i numeri e la strategia su cui lavorare per riportare la città ad una condizione decorosa. Per quanto riguarda i mezzi, tallone d’Achille che ha portato a ritardi nella raccolta degli ultimi mesi, ne sono stati noleggiati 22, 5 sono tornati dalle riparazioni ed entro la fine del mese ne torneranno in funzione altri 77 con l’obiettivo, per la fine dell’anno, di riportare su strada 99 macchine fermatesi per le riparazioni. La flotta in dotazione di Ama dovrebbe poi arricchirsi di altri 268 mezzi, che Ama acquisteraà tramite gare entro il prossimo novembre. A conti fatti il parco mezzi, tra i nuovi e quelli manutenuti, dovrebbero diventare 194 per dicembre, 219 a marzo 2024 e 367 entro marzo 2025.

Riportare la città ad una condizione normale
Aspetto centrale, nella strategia annunciata a Tor Pagnotta, rivestono evidentemente le officine. Perché, com’è stato raccontato negli ultimi mesi proprio dall’amministrazione, i guai di Ama nella gestione dei rifiuti, sono spesso stati legati ai pochi mezzi in circolazione. "Dal 1° settembre ci sarà un nuovo responsabile delle officine” ha dichiarato il sindaco, che ha inoltre spiegato che “per tornare in una situazione di normalità e riprendere quel percorso di miglioramento nella raccolta che si era determinato fino ad aprile” si sta lavorando anche sul fronte degli acquisti, citati, oltre che delle riparazioni. Ed in particolare, ha sottolineato, ci saranno “113 nuovi mezzi Ama entro settembre”.

Le officine per le riparazioni
Per quanto riguarda il tema delle riparazioni, il nuovo direttore generale ha chiarito che determinate manutenzioni “richiedono una professionalità specialistica e quindi l'esternalizzazione”. Fatta questa premessa, Filippi ha pure aggiunto che “le officine sono un asset essenziale” per l’azienda, ed è per questo che “C'è un'opera di rafforzamento della struttura delle officine” da intendersi non solo come numero delle persone impiegate, ma anche come “sviluppo delle professionalità sempre più adeguato”. La strategia implica quindi il fare un mix tra attività di riparazione da internalizzare e non, lasciando quelle più specialistiche all’esterno perché “farle in casa sarebbe difficile anche in termini di garanzia sulle attrezzature”.

La raccolta foglie e la pulizia stradale
La conferenza stampa è stata utile anche per affrontare l’aspetto del decoro stradale. A settembre inizierà il piano di raccolta delle foglie che riguarderà 750 km di strade di Roma. Ogni via è stata classificata tenendo in considerazione gli alberi presenti in modo da pianificare meglio la frequenza del servizio. Alcune strada saranno oggetti di lavaggi più intensi ed in media è previsto l’impiego di 40 operatori al giorno, per tutta la città, che saranno affiancati da mezzzi come quelli a vasca, le spazzatrici e le lavastrade. Con quale frequenza? Si va da un lavaggio ogni 2 settimane a uno ogni 8 settimane. Ovviamente è previsto un livello intermedio, di un passaggio al mese.

La pulizia davanti le scuole
Altro aspetto considerato è quello che riguarda il piano scuole. Prenderà avvio dal 21 agosto con un'attività potenziata di pulizia intorno ai 950 istituti romani. Per l’inizio dell’anno scolastico, quindi, alunni e studenti avranno le aree di accesso alle relative scuole in condizioni decorose. Il piano prevede anche un presidio dello stato di decoro dei cassonetti, con lavaggio e sanificazione delle postazioni vicine agli accessi scolastici e verifica del funzionamento dei contenitori di cui gli edifici scolastici sono dotati.

Microdiscariche e tariffa puntuale
Altre questioni affrontate hanno riguardato le misure di contrasto agli “zozzoni” e la transizione digitale di Ama. Su quest’ultimo aspetto Filippi ha dichiarato che “un'azienda non misurabile è esposta alla costante critica e per essere misurabile bisogna usare le attività digitali”. Come quest’esigenza verrà sviluppata non è ancora stato chiarito, ma è stato annunciato che serviranno anche a migliorare il tema “dei rapporti con i cittadini”. Invece, per quanto riguarda il contrasto alle microdiscariche, Filippi ha riconosciuto la necessità di “incrementare la capacità di presidio” cosa che deve avvenire “monitorando l’abbandono delle discariche” per “intervenire capillarmente sul territorio”. Anche in questo caso non è chiaro come l'azienda intenda procedere. Ma è un tema che necessita molta attenzione, quella del presidio del territorio, anche alla luce dell'incendio alla discarica abusiva di Monte Mammolo.

Sul tema del contrasto agli zozzoni, dal Campidoglio è stato chiarito che si punta sulla collaborazione delle forze dell'ordine. “Ho chiesto al prefetto di rafforzare tutte le forze di polizia nei confronti di questi fenomeni che hanno varie gradazioni”. Si va da chi conferisce male e si arriva “a modalità quasi scientifiche di sversamento nei quartieri più periferici di attività illegali di edilizia, piuttosto che convogli che ogni giorno arrivano dalla provincia a Tor Bella Monaca, VII E V municipio e lasciano ampie quantità di rifiuti”. Per limitare questi comportamenti, chiaramente illegali, il sindaco ha fatto sapere d'aver chiesto “un rafforzamento dell'attenzione da parte di tutti gli organi dello Stato”.

Invece è certo che l’azienda non punterà sulla tariffazione puntuale. Perché, ha spiegato Gualtieri “laddove hanno provato a metterla, la tolgono in quanto produce come conseguenza che i cittadini non conferiscono più nei cassonetti” visto che “non mettendo niente non paghi” e quindi la sua introduzione, che avrebbe consentito di pagare meno la tassa sui rifiuti, non è stata presa in considerazione.

Il termovalorizzatore di Santa Palomba
A proposito di rifiuti c’è stato il tempo anche per affrontare la questione del termovalorizzatore, dopo il recente stop del Tar ai tanti ricorsi presentati da comitati e cittadini che lo avversano. “Stiamo lavorando per pubblicare a breve la gara “ per realizzare l’impianto ha dichiarato Gualtieri. Secondo il piano annunciato lo scorso anno, sarà pronto per il 2026. Prima però la città, per usare un’espressione del sindaco, deve “tornare ad una situazione di normalità”. E’ un auspicio condiviso da tutti i cittadini della Capitale.

1 ago 2023

A circa 70 km da Roma si trova il 'paese scolpito nella roccia': un museo a cielo aperto che incanta i turisti

@ - Da tutti conosciuto come il paese scolpito nella roccia, Cervara di Roma è uno dei borghi immersi nel Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini.

A circa 70 km da Roma si trova il 'paese scolpito nella roccia': un museo a cielo aperto che incanta i turisti© Funweek

Ogni giorno, sono tanti i turisti alla scoperta di questo gioiello, una sorta di museo a cielo aperto dove immergersi nella natura incontaminata e farsi travolgere dalla bellezza dei paesaggi che hanno ispirato artisti di passaggio provenienti da ogni parte del mondo.

Cervara di Roma cosa vedere nel paese scolpito nella roccia?
Chiunque giunga a Cervara di Roma non potrà fare a meno di ammirare la cosiddetta “Montagna scolpita dagli Artisti”, una specie di museo a cielo aperto completamente inciso nella roccia. Alta 1.053 metri, si tratta del borgo più alto della provincia di Roma e il secondo del Lazio, dopo Filettino.

Il primo luogo da visitare è senza dubbio l'intero Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Un’area avvolta nel verde dove la natura e la storia si uniscono dando vita a qualcosa di unico e suggestivo. Caratterizzata da una fitta rete di sentieri, essi vanno a coprire circa i 30.000 ettari fatti di boschi, vallate, borghi, torrenti e praterie d’alta quota.

Poi ancora, nei pressi della località Le Morre vi è il sito archeologico che risale alla tarda età della pietra – prima età del bronzo. Nelle vicinanze, sarà possibile visitare Subiaco caratterizzato dai monasteri di San Benedetto e Santa Scolastica e poi Arsoli con il Castello Massimo.

Cervara di Roma cosa visitare: fonte d'ispirazione per tanti artisti
Nel corso dei secoli Cervara di Roma ha ispirato tanti artisti che hanno attraversato il parco, diventando, quindi, patrimonio artistico per la sua dei paesaggi naturalistici.

Fin dall'Ottocento, infatti, molti scelsero questo paese cornice delle proprie opere come F.B. Morse, Ernest A. Hébert, il poeta spagnolo Raphael Alberti che la descrisse come “una scultura nel cielo, che al cielo volerebbe, se l’aria la sostenesse“.
Perché Cervara di Roma è chiamata il paese scolpito nella roccia?

Negli anni Ottanta del Novecento furono gli allievi del Prof. Bianchi dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze a creare un museo a cielo aperto con figure, forme e ritratti scolpiti sulla roccia calcarea. Da qui il nome di Paese scolpito nella roccia.

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18 lug 2023

La decisione del Kenya di rimuovere le restrizioni sui visti accende il dibattito su un’Africa senza confini – Global Voices

@Il Kenya ha deciso di aprire le porte a tutti i cittadini africani che desiderano viaggiare per motivi di lavoro. Questa decisione è un passo avanti verso la promozione dell’inclusione economica nel continente e il rispetto dei diritti umani.
Per beneficiare della globalizzazione economica, gli Stati hanno un interesse generale a promuovere la mobilità transfrontaliera. Questo perché permette il commercio transfrontaliero di prodotti, servizi e capitali, che promuove l’espansione economica e il progresso. Tuttavia, a causa di problemi di sicurezza, la maggior parte dei governi è selettiva nel concedere l’esenzione dal visto. Ciò significa che per i cittadini di alcuni Paesi può essere difficile visitare determinate nazioni.

La reazione del pubblico alla decisione del Kenya La decisione del Kenya di eliminare le restrizioni sui visti per gli africani che viaggiano per lavoro ha suscitato una serie di reazioni su Twitter. La maggior parte degli intervistati ha chiesto un’Africa più senza confini, lodando il governo keniota per la sua mossa progressista ed esortando altre nazioni africane a seguirne l’esempio.
Alcuni si sono spinti oltre, chiedendo la completa rimozione delle restrizioni sui visti per tutti gli scopi, non solo per gli affari. Si chiedono perché gli africani debbano richiedere il visto per visitare altri Paesi africani, quando esempi come l’Accordo di Schengen dimostrano i vantaggi dell’esenzione dal visto. Queste voci sostengono che un approccio più aperto migliorerà il commercio, la crescita economica e l’unità del continente.

Gli utenti di Twitter hanno anche fatto riferimento all’Africa Visa Openness Index Report 2022 della Banca africana di sviluppo, che mostra che solo tre Paesi – Benin, Gambia e Seychelles – offrono attualmente l’accesso senza visto a tutti i cittadini africani. L’Africa Visa Openness Index (AVOI) misura la misura in cui i Paesi africani sono aperti ai visitatori provenienti da altri Paesi africani. L’indice analizza l’obbligo di visto di ogni Paese per mostrare quali sono i Paesi del continente che facilitano i viaggi nel loro territorio. Il rapporto 2022 mostra un progresso nell’apertura dei visti in Africa, con 10 Paesi che hanno migliorato il loro punteggio e superato i livelli pre-pandemia. Questa statistica rafforza la sensazione che la decisione del Kenya sia un passo significativo verso una maggiore integrazione e inclusività regionale.
Tuttavia, è importante notare che sono state sollevate alcune preoccupazioni riguardo a potenziali abusi di questa opportunità, in particolare da parte di individui provenienti da alcuni Paesi in cui esiste un forte stereotipo di criminali e truffatori, anche se questo non è sempre il caso.
Questi utenti di Twitter suggeriscono di attuare misure per prevenire l’afflusso di persone che si dedicano ad attività illegali come il traffico di droga e le truffe. Sostengono la necessità di trovare un equilibrio tra la facilitazione dell’apertura delle frontiere e la garanzia di verifiche e controlli adeguati per mantenere la sicurezza e proteggere l’integrità del sistema.
Nel settembre 2022, Judicaelle Irakoze, una femminista afro-politica pluripremiata, ha scatenato un’intensa discussione su Twitter sostenendo l’abolizione dei visti per gli africani all’interno dell’Africa. Il suo tweet ha suscitato ulteriori riflessioni sull’argomento.

Inclusione economica e diritti umani In una ricerca condotta da Mathias Czajka ed Eric Neumayer su restrizioni dei visti e globalizzazione economica per la London School of Economics, si afferma che le restrizioni dei visti sono economicamente più dannose per i Paesi più poveri. Questi Paesi, infatti, dipendono maggiormente dal turismo, dal commercio e dagli investimenti esteri per la crescita e lo sviluppo economico. Lo studio ha anche rilevato che parte del flusso di turisti, beni e servizi e capitali che viene scoraggiato viene reindirizzato verso altre destinazioni esenti da visto. Ciò significa che i Paesi che non hanno restrizioni sui visti possono beneficiare di un aumento del turismo, del commercio e degli investimenti a seguito delle restrizioni sui visti in altri Paesi. La decisione del Kenya di aprire le porte agli uomini d’affari provenienti dall’Africa è in linea con questi risultati, in quanto promuove l’inclusione economica ed estende le opportunità agli individui di origine africana.

La decisione di accogliere gli imprenditori africani non solo stimola l’economia del Kenya, ma favorisce anche la crescita economica e lo sviluppo dell’intera regione africana. Facilitando il commercio transfrontaliero e incoraggiando le collaborazioni commerciali, il Kenya crea una rete di opportunità economiche che possono portare a una prosperità condivisa. Questo approccio riconosce che lo sviluppo economico non è un gioco a somma zero, ma piuttosto uno sforzo collettivo che porta benefici a tutti i partecipanti. Di conseguenza, se gli imprenditori di origine africana contribuiscono all’economia del Kenya, contribuiscono anche al progresso dell’intero continente africano.

Oltre ai benefici economici, la decisione del Kenya rafforza le comunità emarginate offrendo loro l’opportunità di avviare un’attività, creare posti di lavoro e migliorare la propria situazione economica. Offrendo un ambiente favorevole, il Kenya permette a individui e comunità di liberarsi dai cicli di povertà ed emarginazione, facendo così avanzare i loro diritti umani.

La decisione promuove inoltre la coesione sociale e lo scambio culturale all’interno della società keniota, accogliendo gli imprenditori africani. Promuove la diversità, la comprensione e l’apprezzamento delle diverse culture, contribuendo in ultima analisi a creare una società più inclusiva e tollerante. Le interazioni tra kenioti e imprenditori africani provenienti da contesti diversi potrebbero arricchire la società, sfidare gli stereotipi e creare un tessuto sociale più armonioso.

La decisione del Kenya di aprire liberamente le porte agli imprenditori di origine africana è in linea con i principi chiave dei diritti umani, riconoscendo la dignità e il valore intrinseco di ogni individuo, indipendentemente dalla sua razza o dal suo background etnico. Dimostra l’impegno del Kenya a sostenere i diritti umani sanciti da strumenti internazionali come la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli.

Sebbene esistano opinioni diverse sulla decisione del Kenya, nel complesso la risposta su Twitter indica un forte sostegno alla decisione del Kenya e all’idea di un’Africa più senza confini. Il sentimento prevalente è che l’eliminazione delle restrizioni sui visti non solo faciliterebbe i viaggi e gli scambi commerciali, ma favorirebbe anche l’unità e la cooperazione tra le nazioni africane, portando a una maggiore crescita economica e allo sviluppo del continente.

10 lug 2023

Un fantasma nella metro di Londra: arriva la conferma ufficiale

@ - Il personale della metropolitana di Londra ha ufficialmente ammesso di aver visto dei fantasmi in una delle stazioni che si dice sia perseguitata dallo spirito di un attore vittoriano assassinato. Per decenni, i londinesi hanno affermato di vedere la figura inquietante fluttuare lungo i tunnel della stazione di Covent Garden.

Un fantasma nella metro di Londra: arriva la conferma ufficiale© Da Web

Si dice che la misteriosa anima defunta appartenga a William Terriss, una famosa star del West End assassinata da un caro amico nel 1897. Terriss stava entrando all’Adelphi Theatre per prepararsi a uno spettacolo serale quando è stato pugnalato a morte all’età di 50 anni da Richard Archer Prince.

In due diversi documentari prodotti da Channel 4 e History Channel ci sono state interviste ai londinesi che insistevano di averlo visto, ed è stato persino affermato che i lavoratori della metropolitana fossero così spaventati da chiedere di essere trasferiti in un’altra stazione meno infestata. Si ritiene che il fantasma di Terriss abbia scelto di infestare la stazione di Covent Garden perché frequentava il panificio che un tempo si trovava all’angolo della stazione, anche se si dice che infestasse anche il teatro in cui morì.

Da quando la stazione ha aperto i battenti per la prima volta nel 1907, i pendolari hanno parlato di un uomo alto con cappello e mantello, che si appalesava nel tunnel dopo il tramonto. I tecnici hanno citato passi echeggianti, rumori di colpi e sospiri e rantoli di una voce disincarnata. L’attore inglese, nato William Charles James Lewin, era noto per i suoi ruoli da eroe spavaldo come Robin Hood, nonché per ruoli in drammi e commedie classiche, tra cui opere di Shakespeare. Entrò a far parte della compagnia di Henry Irving nel 1880 al Lyceum Theatre, recitando anche in tutta Londra.

Conobbe Richard Archer Prince nel 1880 e aiutò l’attore più giovane a trovare lavoro in varie produzioni in cui aveva una mano. Tuttavia, Prince abusava sempre più di alcol e divenne mentalmente instabile, e fu soprannominato Mad Archer. Durante una corsa di The Harbour Lights in cui erano insieme all’Adelphi Theatre, Terriss si offese per qualcosa che Prince aveva detto su di lui e lo congedò. Tuttavia, ha comunque inviato piccole somme di denaro all’attore in difficoltà e ha continuato a trovargli lavoro. Nel 1897, Prince era diventato disoccupato e indigente, ed era convinto che Terriss gli stesse impedendo di trovare lavoro.

Terriss in punto di morte: “Ritornerò”
Il 16 dicembre, si nascose dietro una porta dall’altra parte della strada rispetto alla porta del palcoscenico dell’Adelphi Theatre in Maiden Lane, in attesa di Terriss. Quando arrivò, Prince si precipitò dall’altra parte della strada e lo ha pugnalato alla schiena, al fianco e al petto con un coltello da macellaio. Terriss fu portato nel teatro ed morì circa 20 minuti dopo. L’attore è morto tra le braccia del suo amante, la protagonista Jessie Millward, e apparentemente le ha sussurrato: “Tornerò”. Non molto tempo dopo la sua morte, gli attori hanno iniziato a sentire suoni di percussione dall’ex camerino e passi inspiegabili nel backstage, e alcuni hanno visto strane luci luminose. Quando è stato arrestato, Prince ha detto alla polizia: “L’ho fatto per vendetta. Mi aveva tenuto senza lavoro per 10 anni e dovevo morire per strada o ucciderlo’.

Il processo all’assassino
Fu processato all’Old Bailey il 13 gennaio 1898 e la giuria lo dichiarò “colpevole, ma secondo le prove mediche, non responsabile delle sue azioni”. Fu trasferito al Broadmoor Criminal Lunatic Asylum e fu coinvolto nell’intrattenimento per i detenuti fino alla sua morte nel gennaio 1937 all’età di 79 anni.
La sua condanna relativamente mite è stata accolta con rabbia dalla comunità teatrale.

Le testimonianze sugli avvistamenti
Un avvistamento del fantasma di Terriss venne da Jack Hayden, che lavorava alla stazione di Covent Garden, nel novembre 1955. Il signor Hayden ha ricordato di aver visto un uomo alto e distinto con un abito grigio e guanti bianchi che portava un bastone sul binario dopo l’orario di chiusura. Disse all’uomo che la stazione era chiusa, ma quando si voltò a guardare di nuovo, era scomparso. Quattro giorni dopo, lo rivide e ancora una volta la figura svanì.

Pochi giorni dopo, il signor Hayden e Rose Ring, una donna della stazione, hanno sentito le urla provenire dall’esterno della stanza del personale da un giovane lavoratore di nome Victor Locker, che affermava di aver visto il fantasma di un uomo alto. Le foto di Terriss sono state mostrate sia a Hayden che a Locker e hanno convenuto che era l’uomo che avevano visto. Il signor Locker era così terrorizzato dall’esperienza che ha chiesto di essere trasferito in un’altra stazione, che è stata concessa.

Eric Davey, un caposquadra della metropolitana di Londra, che era anche uno spiritualista, ha affermato di aver contattato William Terriss, ma di non aver rivelato perché stesse infestando la stazione. L’ultima volta che il fantasma di Terriss è stato visto alla Covent Garden Station è stato nel 1972.

Il fantasma di Terriss è stato visto anche dentro e intorno al teatro dove morì, il primo avvistamento risale al 1928. Nello stesso anno, un’attrice comica di primo piano che occupava la stessa stanza di Millward, notò che la sua chaise-longue tremava e si sentì come se qualcuno l’avesse afferrata per le braccia e scossa.

Si fermò quando due colpi provenivano dalla porta del palcoscenico che dava sulla strada; si sapeva che Terriss aveva sempre bussato due volte alla porta con il suo bastone per far sapere a Millward che era arrivato. L’attrice, conosciuta come June, ha raccontato di avere dei lividi sulle braccia per alcuni giorni.

Altre stazioni infestate dai fantasmi
Covent Garden non è l’unica stazione di Londra ritenuta infestata dai fantasmi: anche la stazione di Algate East e Liverpool Street ha voci sul soprannaturale. Alcuni credono che le due stazioni, in fondo alla strada l’una dall’altra, siano state costruite su una vecchia fossa della peste piena di corpi. Il personale di Liverpool Street ha riferito di aver visto strane figure sui feed CCTV in tutta la stazione, mentre i passeggeri hanno visto un uomo camminare su e giù per i binari nel cuore della notte, mentre Aldgate East ha anche la sua giusta dose di avvistamento di fantasmi.