Fabrizio Corona urla in aula contro il pm: «Ma che domande sta facendo?» - Corriere.it: "«Ma che domanda è? Me le faccia a me le domande!». Così urlando e agitandosi in aula Fabrizio Corona, in un altro dei suoi classici scatti d’ira, si è rivolto alla pm di Milano, Alessandra Dolci, nel corso dell’audizione di un testimone, Marco Bonato, amico dell’ex «re dei paparazzi», nell’udienza davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese.
L’interrogatorio
Per l’ennesima volta in anni di traversie giudiziarie Fabrizio Corona litiga coi magistrati e viene redarguito. In prima battuta, l’ex agente fotografico, mentre il pm poneva domande al teste, presunto intestatario fittizio della casa di via De Cristoforis sequestrata a Corona assieme agli ormai noti 2,6 milioni di euro in contanti, è «esploso» dicendo: «Ma lui non è un tecnico?». E poi: «Ma che domande fa? Le faccia a me!».
«Un atteggiamento mai visto»
Il pm Dolci ha ribattuto rivolgendosi ai giudici: «È inaccettabile, non si può rivolgere così al pm, chiedo che venga allontanato». Il presidente del collegio Gaetana Rispoli è intervenuta per chiedere «cortesemente» a Corona di «evitare questo atteggiamento, mai visto in quest’aula», senza però espellere l’ex fotografo dei vip. Intanto, Bonato ha riferito che fece da intestatario fiduciario della casa perché Nina Moric, all’epoca moglie di Corona, «quella mattina al telefono mi implorò di andare a Reggio Calabria e intestarmi la casa, perché lui era stato arrestato la notte prima (nel 2008 per la vicenda dei soldi falsi, ndr) e lei era a casa distrutta con un bambino». Il giudice lo ha però «perdonato», dopo averlo rimproverato con asprezza in altri momenti dell’udienza.
Poi c’è stato il ripensamento e le scuse di Corona. «Sono stanco, ho 44 anni, non ho più voglia di fare le guerre, non cerco più la ribalta mediatica, io oggi non ho una vita perché l’ho sprecata tutta a lavorare». Così, anche in modo molto personale come al solito, Fabrizio Corona ha preso la parola e ha parlato per oltre un’ora per difendersi davanti ai giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano, che dovranno decidere se confiscare o meno la sua casa sequestrata assieme a 2,6 milioni di euro in contanti. E ha voluto anche chiedere «scusa al pm» Alessandra Dolci «che stimo» e contro cui in precedenza aveva urlato durante l’udienza. Nelle sue dichiarazioni `fiume´ con le quali, in sostanza, Corona, come i suoi legali, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti, ha voluto dimostrare che la casa venne acquistata dalla sua società Fenice senza alcuna irregolarità, l’ex agente fotografico non ha risparmiato anche commenti del tipo: «Mps e Etruria hanno fatto 500 milioni di debiti, hanno truffato i cittadini onesti e a loro non hanno sequestrato nulla»."
L’interrogatorio
Per l’ennesima volta in anni di traversie giudiziarie Fabrizio Corona litiga coi magistrati e viene redarguito. In prima battuta, l’ex agente fotografico, mentre il pm poneva domande al teste, presunto intestatario fittizio della casa di via De Cristoforis sequestrata a Corona assieme agli ormai noti 2,6 milioni di euro in contanti, è «esploso» dicendo: «Ma lui non è un tecnico?». E poi: «Ma che domande fa? Le faccia a me!».
«Un atteggiamento mai visto»
Il pm Dolci ha ribattuto rivolgendosi ai giudici: «È inaccettabile, non si può rivolgere così al pm, chiedo che venga allontanato». Il presidente del collegio Gaetana Rispoli è intervenuta per chiedere «cortesemente» a Corona di «evitare questo atteggiamento, mai visto in quest’aula», senza però espellere l’ex fotografo dei vip. Intanto, Bonato ha riferito che fece da intestatario fiduciario della casa perché Nina Moric, all’epoca moglie di Corona, «quella mattina al telefono mi implorò di andare a Reggio Calabria e intestarmi la casa, perché lui era stato arrestato la notte prima (nel 2008 per la vicenda dei soldi falsi, ndr) e lei era a casa distrutta con un bambino». Il giudice lo ha però «perdonato», dopo averlo rimproverato con asprezza in altri momenti dell’udienza.
Poi c’è stato il ripensamento e le scuse di Corona. «Sono stanco, ho 44 anni, non ho più voglia di fare le guerre, non cerco più la ribalta mediatica, io oggi non ho una vita perché l’ho sprecata tutta a lavorare». Così, anche in modo molto personale come al solito, Fabrizio Corona ha preso la parola e ha parlato per oltre un’ora per difendersi davanti ai giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano, che dovranno decidere se confiscare o meno la sua casa sequestrata assieme a 2,6 milioni di euro in contanti. E ha voluto anche chiedere «scusa al pm» Alessandra Dolci «che stimo» e contro cui in precedenza aveva urlato durante l’udienza. Nelle sue dichiarazioni `fiume´ con le quali, in sostanza, Corona, come i suoi legali, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti, ha voluto dimostrare che la casa venne acquistata dalla sua società Fenice senza alcuna irregolarità, l’ex agente fotografico non ha risparmiato anche commenti del tipo: «Mps e Etruria hanno fatto 500 milioni di debiti, hanno truffato i cittadini onesti e a loro non hanno sequestrato nulla»."
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