17 nov 2017

Almaviva, licenziamenti illegittimi: reintegrati in 153 - Repubblica.it

Almaviva, licenziamenti illegittimi: reintegrati in 153 - Repubblica.it: "ROMA - Illegittimi i licenziamenti di Almaviva. Lo ha stabilito l'ordinanza del giudice del Lavoro di Roma, che "condanna la società a reintegrare gli stessi lavoratori e a corrispondere loro, a titolo di risarcimento danni" un'indennità, comprensiva degli interessi, pari agli stipendi maturati dal giorno del licenziamento fino alla reintegra. La decisione riguarda 153 lavoratori che avevano fatto ricorso, mentre per il 15 dicembre è attesa un'altra decisione che riguarda una novantina di persone.

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La società che si occupa di call centre è stata al centro di un duro braccio sindacale culminato con un licenziamento di massa. I licenziamenti erano scattati alla fine del 2016, quando era scaduta la procedura di mobilità ed erano state spedite le lettere, a seguito del "no" opposto dalle Rappresentanze sindacali unitarie romane all'accordo raggiunto al Mise. E' stata salvata invece la sede di Napoli, dove i lavoratori hanno votato in maggioranza il sì al referendum.

La scelta di Almaviva, che ha complessivamente lasciato a casa 1.666 persone nello stabilimento di Roma, "si risolve in una vera e propria illegittima discriminazione: chi non accetta di vedersi abbattere la retribuzione (a parità di orario e di mansioni) e lo stesso tfr, in spregio" alle norme del codice civile e costituzionali "ancora vigenti, viene licenziato e chi accetta viene invece salvato". Lo scrive il giudice del lavoro di Roma Umberto Buonassisi, nell'ordinanza su Almaviva.

"Un messaggio davvero inquietante anche per il futuro - sottolinea il giudice - e che si traduce comunque in una condotta illegittima perché attribuisce valore decisivo ai fini della scelta dei lavoratori da licenziare, pur se tramite lo schermo dell'accordo sindacale, ad un fattore (il maggiore costo del personale di una certa sede rispetto ad altre) che per legge è invece del tutto irrilevante a questo fine".

 "Il giudice ha riconosciuto la discriminazione: Almaviva ha prima licenziato i lavoratori di Roma perché non hanno accettato la riduzione si stipendio, poi ha assunto 1.068 lavoratori precari, lo stesso numero di quelli che operavano nella sede romana, per far fronte alle commesse, molte delle quali pubbliche, che l'azienda ha mantenuto, come per altro è ricostruito anche nell'ordinanza del giudice", sottolinea l'avvocato Pier Luigi Panini, che insieme a Carlo Guglielmi ha assistito 153 lavoratori di Almaviva nella causa, vinta, di fronte al giudice del lavoro. "Il comportamento dell'azienda - aggiunge - ha il sapore di un'azione punitiva, di una lezione collettiva data ad alcuni perché tutti gli altri 8mila imparino".

Soddisfazione anche da parte della Cgil, che ha sostenuto e seguito le vertenze dei lavoratori: "Una sentenza che rende giustizia a quei lavoratori e, forse, potrebbe aiutare a superare una stagione improvvida nella quale le prove di forza ed i ricatti hanno sostituito le corrette relazioni sindacali".

Il governo invece all'indomani del licenziamento si è solo limitato ad assecondare i piani della società e a investire circa 8 milioni di euro per cercare di ricollocare tutti i lavoratori, attraverso l'Anpal, la nuova agenzia delle politiche attive. L'intervento prevede tre diversi strumenti di incentivazione per una somma da investire su ogni lavoratore fino a 15mila euro: alle società di collocamento e solo in caso di esito positivo andranno fino a 5mila euro di assegno di ricollocazione; alle società che formeranno il lavoratore fino a 2mila euro e alle aziende che assumeranno lo stesso lavoratore, rigorosamente con contratto a tempo indeterminato, fino a 8mila euro. C'è comunque molto scetticismo tra i lavoratori perché temono che una volta finita la riqualificazione e i soldi, rimarranno di nuovo senza lavoro.

Degli oltre 1200 lavoratori "presi in carico" dall'Anpal, inoltre, finora non ne è stato ricollocato neanche uno. L'Anpal spiega che però almeno 120 ex dipendenti Almaviva saranno ricollocati presso Comdata, un'altra grande azienda di call center, e che i colloqui sono già in corso, ma al momento non è stato concluso alcun contratto. Conferma, ma solo parziale da parte Comdata Group: "Stiamo effettuando colloqui nel bacino degli ex Almaviva per selezionare e in seguito assumere fino a un massimo di 60 FTE come da impegni assunti nell’ambito dell’accordo per la cessione di ramo WIND3 a Comdata".

AlmavivaContact replica all'ordinanza del giudice annunciando che "mantenendo ferma la convinzione del proprio corretto operato, darà ovviamente attuazione all'ordinanza - riammettendo i lavoratori presso le sedi disponibili, tenendo conto che il sito operativo di Roma è chiuso - ma la impugnerà immediatamente, al fine di revocarne gli effetti in tempi brevi". Nella nota, Almaviva ricorda che 9 giudici su 10 hanno dichiarato "pienamente legittima la condotta aziendale", e che finora sono state emesse 22 ordinanze che hanno respinto i ricorsi dei lavoratori.

Almaviva negli ultimi mesi è stata protagonista anche di un durissimo scontro con 53 lavoratori della sede di Milano, che intendeva trasferire a Rende perché non era stata rinnovata una commessa. Solo grazie alla mediazione del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e alla disponibilità dell'Eni, che ha mantenuto la commessa, si è evitato il trasferimento o il licenziamento, unica alternativa possibile."


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