15 nov 2022

Pnrr, perché (e come) l’Italia potrebbe perdere la corsa all’innovazione

@ - Il Pnrr e la legge di Bilancio 2022 contengono una serie di misure che guardano al futuro. Per non sprecare queste risorse serve promuovere una cultura di innovazione: le proposte del Talk Europa.

Pnrr, perché (e come) l'Italia potrebbe perdere la corsa all'innovazione

Per non sprecare le risorse che il Pnrr riserva all’Italia bisogna promuovere una cultura dell’innovazione che permetta alle imprese di sviluppare innovazione in modo rapido ed efficace.

Tra opportunità e necessità, l’Italia si muove con difficoltà verso l’innovazione e non è un caso se si posiziona al 58° posto (su 190) tra i Paesi dove è più facile avviare un’impresa (fonte, Business Doing 2020): manca ancora una visione comune che indirizzi l’intero Paese verso un cambiamento strutturale e che crei le condizioni favorevoli perché si generi innovazione tramite azioni e processi interconnessi.

Questo è emerso nel corso dell’evento Talk Europa, organizzato da Money.it, dove si sono confrontati esponenti del parlamento europeo, professionisti esperti di Pmi e Startup e rappresentati dell’imprenditoria innovativa italiana su cosa è già stato fatto e su cosa serve per promuovere una cultura dell’innovazione in modo da non sprecare le risorse del Pnrr.

Cos’è la cultura dell’innovazione
Se l’innovazione è la creazione di un cambiamento positivo nello stato delle cose esistenti, con un vantaggio tangibile riconosciuto su larga scala, la cultura dell’innovazione è la diffusione di un approccio che accolga tale cambiamento.

La cultura stimola l’innovazione, in quanto favorisce l’assunzione di nuove prospettive. Peter Drucker - il padre del management moderno - l’ha definita come la capacità di anticipare e di investire nelle opportunità del domani, ma deve essere interiorizzata dall’intero sistema e condivisa per essere messa in atto. «Culture eats strategy for breakfast», diceva Drucker: la cultura mangia la strategia a colazione, ovvero la cultura è l’habitat in cui la strategia vive o muore. Per quanto sia imponente e ben strutturato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, senza una spinta culturale sarà molto complesso riuscire a rendere operative queste riforme e favorirne l’execution.

Sono dunque le persone il motore del cambiamento ed è sul capitale umano che occorre agire per diffondere una cultura dell’innovazione e renderla «normale».

Cosa serve per promuovere una cultura dell’innovazione
Promuovere una cultura dell’innovazione significa rendere strutturale l’innovazione, in modo che sempre più imprenditori vengano a conoscenza delle possibilità offerte dall’Unione Europea in termini di bandi e finanziamenti. Su questo aspetto ha insistito Danilo Oscar Lancini, eurodeputato della Lega e del gruppo Identità e Democrazia, secondo cui molte imprese non crescono perché sono frenate da difficoltà tecniche o perché non comprendono il funzionamento dei bandi. Gli fanno eco Maria Angela Danzì, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, convinta che «non c’è innovazione senza capitale umano», e a ruota tutti i partecipanti al Talk Europa, confermando l’esigenza di una maggiore conoscenza di queste tematiche.

«Servono istruzione e divulgazione perché senza conoscenza non esiste crescita», afferma Giacinto Fiore, co-founder di AI Spiegata Semplice. La cultura dell’innovazione deve essere insegnata ai nostri figli, come accade in Cina dove nei programmi televisivi in prima serata si parla di Startup e innovazione.

In Italia oltre il 90% delle imprese sono di piccole dimensioni e in molti casi rappresentano forme di autoimpiego. La scarsa attitudine all’innovazione è dovuta - secondo Mariano Spalletti, Country Director di Qonto - a una mentalità imprenditoriale focalizzata sulla sopravvivenza e non su crescita e innovazione. Bisogna dunque promuovere un cambio di mindset.

Tra le criticità che possono ostacolare la diffusione di una cultura dell’innovazione ci sono poi colli di bottiglia normativi che - come osserva Cristina Crupi, avvocato e autrice - impediscono alle Startup e alle realtà innovative di crescere in maniera organica come invece avviene in altri Paesi. Sempre Crupi sottolinea poi la necessità di organizzare i processi di trasformazione in modo interconnesso, agevolando il cambiamento in maniera strutturale e creando le condizioni favorevoli affinché si generi innovazione. Un esempio concreto è quello di promuovere ecosistemi di innovazione su scala nazionale sul modello francese. Non più cattedrali nel deserto isolate dal resto della comunità, ma centri di innovazione capaci di far interagire Startup innovative e Pubblica Amministrazione, per dare una spinta alla realizzazione delle sfide del Pnrr.

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