@ - Palazzo Chigi studia una norma nella legge di Bilancio per finanziare il rilancio della Capitale. Ma sui conti l'incognita espropri con un buco da 9 miliardi.
La lunga corsa verso il Giubileo del 2025 è ufficialmente partita. Dopo l'incontro delle polemiche (il vertice con il premier Giuseppe Conte, il governatore Nicola Zingaretti e il Vaticano a cui la sindaca Virginia Raggi non è stata invitata) il governo pentadem tira dritto. Nero su bianco, il tavolo interistituzionale sull'Anno Santo farà il suo esordio nella legge di bilancio in discussione tra stasera e sabato in Consiglio dei ministri.
La norma studiata da palazzo Chigi e dal Mef (il ministero di Roberto Gualtieri aprirà un ufficio speciale per la capitale) promette di far finalmente rifiatare Roma. Le consegna un piano economico miliardario - che verrà aggiornato ogni 6 mesi - per prepararsi al grande appuntamento. Al tavolo siederanno il presidente del Consiglio e i suoi ministri, la Regione, il Comune e la Santa Sede. Poi si dovrà trovare un modo per coinvolgere anche i parlamentari, senza distinzione di casacca. L'idea è quella di istituire una commissione ad hoc per il Giubileo, sulla falsariga di quella varata nel 2000.
L'obiettivo è gestire i fondi in arrivo per l'impresa. Un mix di investimenti speciali e progetti finanziati dal Recovery Fund. Sul fronte dei trasporti, si parte dal commissariamento della metro C. Il tecnico che seguirà i lavori (si fa il nome dell'ex presidente di Rfi, Dario Lo Bosco) sarà nominato nelle prossime ore e dovrà inaugurare la fermata di piazza Venezia per l'apertura della Porta Santa. A completare la direttrice per San Pietro sarà il tram Termini-Vaticano- Aurelio, tratta da 250 milioni.
Nel pacchetto di opere in arrivo per Roma, capitale dell'audiovisivo, c'è un potenziamento degli studios di Cinecittà. E poi i fondi per la sistemazione dell'area archeologica dell'Appia Antica, delle aree pubbliche di Guido Reni e del Foro Italico.
In arrivo ci sono anche investimenti sullo Sport. A Tor Vergata, sempre grazie alla legge di bilancio, arriveranno prima 25 milioni per chiudere la transazione tra il Miur e l'università di Tor Vergata. Poi sarà Sport e Salute a vagliare il progetto migliore per completare le incompiute Vele di Calatrava. All'Eur è invece il Credito sportivo a investire: nell'ex Velodromo, abbattuto tra le polemiche, si farà climbing e skate.
L'imperativo, anche al momento di vagliare i 159 progetti presentati dall'amministrazione Raggi per accedere ai fondi europei per il rilancio post-Covid, sarà quello di puntare su opere facilmente cantierabili e interventi da lasciare in eredità alla città. Così si spiegano le spese previste per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei suoi archivi.
A completare il quadro, infine, sarà il Forlanini: lì, se la candidatura andrà a buon fine, dovrebbe finire la sede dell'Agenzia europea per la ricerca biomedica. Il pacchetto, però, non tiene conto dell'ultimo gigantesco buco che minaccia di aprirsi nel bilancio del Campidoglio. La sezione di controllo del Lazio della Corte dei Conti, studiando i numeri della gestione commissariale del debito storico di Roma Capitale, ha individuato più di un'incongruenza.
La più pesante è quella sui vecchi espropri: fin qui gli uffici del Comune avevano stimato in 1,5 miliardi di euro (coperti dalla gestione straordinaria) i vecchi espropri mai sanati, ma davanti alla richiesta dei giudici contabili hanno aggiustato il tiro. Al rialzo: se palazzo Senatorio dovesse perdere tutte le cause, rischia di sborsare fino a 9 miliardi. Una somma che finirebbero per abbattersi sul bilancio ordinario del Comune e che ha lasciato interdetta la Corte dei Conti. Ora i ragionieri capitolini dovranno fornire nuovi approfondimenti alle toghe di viale Mazzini.
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