19 ott 2025

Perché Israele attacca gli alberi di ulivo palestinesi: migliaia quelli tagliati o avvelenati

@ - Migliaia di alberi di ulivo della Cisgiordania sono stati tagliati alla base o avvelenati. Difficilissimo fare un conto preciso. Ma gli episodi contro questi alberi si moltiplicano, negli anni arrivano a centinaia e centinaia di raid, e difficilmente si può pensare che alla base di queste mosse non ci sia una strategia precisa di Israele o quantomeno dei suoi coloni: impoverire e affamare i palestinesi. E anche offenderli, visto che per l’Islam l’ulivo è un albero sacro, considerato il pilastro del mondo, e lo stesso Allah lo ha benedetto nel Corano (shajara mubaraka). È l’albero del povero, simbolo di resistenza e resilienza.

PALESTINIAN-ISRAEL-CONFLICT-WEST BANK-SETTLERS© AFP

Circa il 45% dei terreni agricoli della Cisgiordania è occupato da 10 milioni di ulivi. La produzione potenziale annua è di 35mila tonnellate di olio. L’altro giorno, l’ultimo attacco documentato: i coloni israeliani hanno colpito con pietre lanciate i lavoratori arrivati nei loro terreni per raccogliere le olive a Deir Ammar, vicino a Ramallah. C’erano alcuni volontari per scortare i palestinesi impegnati al lavoro, ma dall’altro lato i soldati presenti in zona non hanno impedito l’attacco, secondo quanto riferito dai testimoni, e 4 palestinesi sono rimasti feriti.

L’8 ottobre, centinaia di alberi di ulivo sono stati sradicati dai coloni a Al-Mughayyir, un villaggio a una quarantina di chilometri a Sud di Betlemme. Sempre in quella zona, un massiccio attacco si è verificato il 22 agosto di quest’anno: quando alcuni bulldozer israeliani hanno sradicato circa 3100 ulivi a Nord Est di Ramallah: sono stati rasi al suolo oltre 200 ettari di coltivazioni.

Spesso gli ulivi vengono tagliati con le motoseghe, sradicati dalle ruspe, o anche avvelenati con liquidi che rendono il raccolto da buttare e spesso danneggiano in modo permanente le piante. Colpire gli uliveti è un danno enorme soprattutto in questo territorio: sia perché si tratta di zone semidesertiche, con gravi problemi di siccità, in cui le piante adulte di ulivo, che vivono anche con pochissime piogge, sono il sostentamento principale di queste popolazioni; sia perché ripiantare un ulivo è possibile ma la produzione arriverà dopo tre o quattro anni (poca) prima di entrare a regime (dopo una decina di anni). L’ulivo è un simbolo, ma è soprattutto il cardine dell’economia di una popolazione che spesso non ha altro sostentamento che una povera agricoltura. Anche perchè con la guerra i permessi di lavoro di tanti palestinesi che prima si recavano ogni giorno a Gerusalemme o in altre zone ebraiche sono stati revocati o limitati e la terra è l’unica risorsa che resta.

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