Pinotti irritata - Figlio assunto alla Camera, il sottosegretario rimette le deleghe dopo il servizio delle Iene | italia | Il Secolo XIX: " L’ex generale dell’esercito Domenico Rossi, uno dei sottosegretari del ministero della Difesa retto dalla ministra genovese Roberta Pinotti ha rimesso le deleghe in seguito a un servizio della trasmissione televisiva delle Iene da cui emergerebbe che un parlamentare avrebbe formalmente assunto il figlio del sottosegretario, che non si presenterebbe mai al lavoro, per fargli un favore, e che lo stipendio in realtà gli arriverebbe dal padre.
«Sono accuse infondate e lesive della mia persona», afferma Rossi, 66 anni, eletto alla Camera nelle liste di Scelta Civica.
A quanto pare, sarebbe stata la stessa ministra Pinotti, contrariata per quanto denunciato dalle Iene, a sollecitare Rossi (che si trova in Australia) a fare un passo indietro in attesa che la vicenda si chiarisca e in modo da allontanare qualsiasi ombra dal ministero.
Il servizio delle Iene riguarda la denuncia di una giovane assistente parlamentare che sostiene di lavorare senza contratto e senza retribuzione da un anno e mezzo per il deputato Mario Caruso, ex An e Pdl, poi passato alla lista “Con Monti per l’Italia”, nella quale è stato eletto nel collegio estero tedesco. Nell’intervista a Le Iene la ragazza (volto oscurato e nome sconosciuto) racconta di aver cominciato con uno stage di tre mesi e di essere andata avanti da allora senza retribuzione, subendo anche qualche avance sessuale. «Una sera, al ristorante, l’onorevole mi ha fatto capire che se fossi andata al letto con lui mi avrebbe aiutato». La ragazza mostra anche un messaggino inviatole dal deputato qualche giorno dopo, a mezzanotte: «Sono a casa, valuta te cosa fare». La ragazza ha anche registrato un suo colloquio con il deputato. «Non è che se ti avessi detto di sì mi avresti dato il lavoro?». «No, quelle sono cose separate e distinte», la replica di Caruso.
Riguardo al figlio del sottosegretario Rossi, il deputato Caruso - sempre a telecamera nascosta - spiega che lo avrebbe assunto per fare «una cortesia» al padre perché lui non poteva assumerlo direttamente e che comunque «lo paga il padre». Pressato dalle Iene, il deputato Caruso nega di aver chiesto alla sua collaboratrice prestazioni sessuali, sostiene che la ragazza ha fatto solo uno stage di tre mesi e dice di aver assunto il figlio del sottosegretario Rossi dopo aver fatto «una valutazione delle sue capacità».
Boldrini avvia un’indagine
«La situazione messa in evidenza dal servizio delle `Iene´ è inaccettabile. La violazione dei diritti di un lavoratore o di una lavoratrice è grave sempre, ma lo è ancor più se a rendersene responsabile è chi siede in Parlamento». Così la presidente della Camera Laura Boldrini che chiederà «al Collegio dei Questori una approfondita ricostruzione dell’accaduto, per valutare eventuali iniziative da assumere sia sulla specifica vicenda, sia in merito a una diversa regolamentazione di tutta la materia».
«I comportamenti dei due deputati, sostiene Boldrini - qualora risultasse confermata la ricostruzione proposta dalla trasmissione televisiva, getterebbero pesante discredito su tanti altri loro colleghi che invece agiscono in maniera corretta e su un’istituzione che è impegnata in una azione di cambiamento, sobrietà, trasparenza. Ma la vicenda, aggiunge la presidente della Camera, «ripropone anche la necessità di una differente regolamentazione dei rapporti economici tra i deputati e i collaboratori parlamentari. Attualmente è il singolo deputato che provvede a retribuire chi collabora con lui, ma più trasparente sarebbe un rapporto nel quale fosse la Camera ad erogare il compenso in presenza di un contratto regolarmente registrato. È quello che da tempo, giustamente, chiede l’Associazione che rappresenta questi lavoratori e lavoratrici. Quando li ho incontrati ho apprezzato le loro proposte, ma non ho riscontrato tra i gruppi il consenso necessario per giungere a una decisione, trattandosi di una materia sulla quale deve deliberare l’Ufficio di Presidenza».
La difesa del generale Rossi
«Insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione. Mio figlio ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l’assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione». «In ogni caso - aggiunge Rossi - al fine di non coinvolgere l’Amministrazione che rappresento e per svolgere ogni azione in piena libertà e con maggiore serenità, ho deciso di rimettere le deleghe conferitemi dal Ministro della Difesa». «Con questa iniziativa - prosegue il sottosegretario - voglio fare chiarezza per evitare che queste informazioni siano strumentalizzate: le spese relative ai collaboratori sono rendicontate, e questo basta per dimostrare da chi realmente dipende l’impiegato e viene retribuito». «Ho dato mandato a uno studio legale al fine di tutelare l’immagine mia e di mio figlio ed esaminare la possibilità di contestare le accuse che mi sono state rivolte nelle opportune sedi legali».
I 5 Stelle: Rossi si dimetta, ma la Pinotti cosa ne pensa? " SEGUE >>>
«Sono accuse infondate e lesive della mia persona», afferma Rossi, 66 anni, eletto alla Camera nelle liste di Scelta Civica.
A quanto pare, sarebbe stata la stessa ministra Pinotti, contrariata per quanto denunciato dalle Iene, a sollecitare Rossi (che si trova in Australia) a fare un passo indietro in attesa che la vicenda si chiarisca e in modo da allontanare qualsiasi ombra dal ministero.
Il servizio delle Iene riguarda la denuncia di una giovane assistente parlamentare che sostiene di lavorare senza contratto e senza retribuzione da un anno e mezzo per il deputato Mario Caruso, ex An e Pdl, poi passato alla lista “Con Monti per l’Italia”, nella quale è stato eletto nel collegio estero tedesco. Nell’intervista a Le Iene la ragazza (volto oscurato e nome sconosciuto) racconta di aver cominciato con uno stage di tre mesi e di essere andata avanti da allora senza retribuzione, subendo anche qualche avance sessuale. «Una sera, al ristorante, l’onorevole mi ha fatto capire che se fossi andata al letto con lui mi avrebbe aiutato». La ragazza mostra anche un messaggino inviatole dal deputato qualche giorno dopo, a mezzanotte: «Sono a casa, valuta te cosa fare». La ragazza ha anche registrato un suo colloquio con il deputato. «Non è che se ti avessi detto di sì mi avresti dato il lavoro?». «No, quelle sono cose separate e distinte», la replica di Caruso.
Riguardo al figlio del sottosegretario Rossi, il deputato Caruso - sempre a telecamera nascosta - spiega che lo avrebbe assunto per fare «una cortesia» al padre perché lui non poteva assumerlo direttamente e che comunque «lo paga il padre». Pressato dalle Iene, il deputato Caruso nega di aver chiesto alla sua collaboratrice prestazioni sessuali, sostiene che la ragazza ha fatto solo uno stage di tre mesi e dice di aver assunto il figlio del sottosegretario Rossi dopo aver fatto «una valutazione delle sue capacità».
Boldrini avvia un’indagine
«La situazione messa in evidenza dal servizio delle `Iene´ è inaccettabile. La violazione dei diritti di un lavoratore o di una lavoratrice è grave sempre, ma lo è ancor più se a rendersene responsabile è chi siede in Parlamento». Così la presidente della Camera Laura Boldrini che chiederà «al Collegio dei Questori una approfondita ricostruzione dell’accaduto, per valutare eventuali iniziative da assumere sia sulla specifica vicenda, sia in merito a una diversa regolamentazione di tutta la materia».
«I comportamenti dei due deputati, sostiene Boldrini - qualora risultasse confermata la ricostruzione proposta dalla trasmissione televisiva, getterebbero pesante discredito su tanti altri loro colleghi che invece agiscono in maniera corretta e su un’istituzione che è impegnata in una azione di cambiamento, sobrietà, trasparenza. Ma la vicenda, aggiunge la presidente della Camera, «ripropone anche la necessità di una differente regolamentazione dei rapporti economici tra i deputati e i collaboratori parlamentari. Attualmente è il singolo deputato che provvede a retribuire chi collabora con lui, ma più trasparente sarebbe un rapporto nel quale fosse la Camera ad erogare il compenso in presenza di un contratto regolarmente registrato. È quello che da tempo, giustamente, chiede l’Associazione che rappresenta questi lavoratori e lavoratrici. Quando li ho incontrati ho apprezzato le loro proposte, ma non ho riscontrato tra i gruppi il consenso necessario per giungere a una decisione, trattandosi di una materia sulla quale deve deliberare l’Ufficio di Presidenza».
La difesa del generale Rossi
«Insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione. Mio figlio ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l’assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione». «In ogni caso - aggiunge Rossi - al fine di non coinvolgere l’Amministrazione che rappresento e per svolgere ogni azione in piena libertà e con maggiore serenità, ho deciso di rimettere le deleghe conferitemi dal Ministro della Difesa». «Con questa iniziativa - prosegue il sottosegretario - voglio fare chiarezza per evitare che queste informazioni siano strumentalizzate: le spese relative ai collaboratori sono rendicontate, e questo basta per dimostrare da chi realmente dipende l’impiegato e viene retribuito». «Ho dato mandato a uno studio legale al fine di tutelare l’immagine mia e di mio figlio ed esaminare la possibilità di contestare le accuse che mi sono state rivolte nelle opportune sedi legali».
I 5 Stelle: Rossi si dimetta, ma la Pinotti cosa ne pensa? " SEGUE >>>
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