Le edicole sacre del centro città a rischio: rotte o lasciate nel degrado, nessuno se ne occupa | ROMA - LEGGO.it: "
Pezzi di storia, arte, tradizione e credo religioso che vengono giù, abbattuti dall'incuria. Accade a Roma, dove arrivano ogni anno milioni di fedeli in visita nelle chiese cattoliche ma non sempre le trovano integre: una triste storia a cui non sfugge nessuno, neanche i tesori dell'Appia Antica. E così ieri a sgretolarsi sono stati gli stucchi ornamentali e i fregi della facciata della chiesa della Domine Quo Vadis di via Appia Antica. Un gioiello tra i tanti luoghi di culto della Capitale, dove ieri mattina sono dovuti intervenire i vigli del fuoco per mettere l'area in sicurezza. Visto che perdeva letteralmente i pezzi. Senza contare i disagi della viabilità in quel piccolo angolo della Via Appia. La chiesa Santa Maria in Palmis, meglio nota come la chiesa del "Domine quo vadis", si trova infatti al bivio tra l'Appia Antica e la via Ardeatina. Così come si presenta oggi è il rifacimento seicentesco di una piccola cappella del IX secolo. Contiene in sé un significato religioso molto profondo, che la rende meta di pellegrinaggi. Negli Atti di Pietro infatti si narra che l'apostolo, scappando dalle persecuzioni dei cristiani volute dall'imperatore Nerone, avrebbe visto Gesù e gli avrebbe chiesto "Domine, quo vadis?". Alla risposta "Eo Romam iterum crucifigi" - Vengo a Roma a farmi crocifiggere di nuovo - Pietro decise che il suo compito fosse quello di tornare indietro affrontare con coraggio il martirio. La chiesa è tra le più visitate perché al suo interno è esposta una lastra di marmo con due impronte di piedi che, secondo la tradizione, sarebbero le impronte lasciate da Gesù. Il rilievo originale è conservato nella basilica di San Sebastiano fuori le mura. La chiesa oggi è gestita dalla Congregazione di San Michele Arcangelo a cui è annesso anche il convento del XVII secolo. Al suo interno c'è anche una lapide in memoria della visita papale di Giovanni Paolo II del 22 marzo 1982. "
Pezzi di storia, arte, tradizione e credo religioso che vengono giù, abbattuti dall'incuria. Accade a Roma, dove arrivano ogni anno milioni di fedeli in visita nelle chiese cattoliche ma non sempre le trovano integre: una triste storia a cui non sfugge nessuno, neanche i tesori dell'Appia Antica. E così ieri a sgretolarsi sono stati gli stucchi ornamentali e i fregi della facciata della chiesa della Domine Quo Vadis di via Appia Antica. Un gioiello tra i tanti luoghi di culto della Capitale, dove ieri mattina sono dovuti intervenire i vigli del fuoco per mettere l'area in sicurezza. Visto che perdeva letteralmente i pezzi. Senza contare i disagi della viabilità in quel piccolo angolo della Via Appia. La chiesa Santa Maria in Palmis, meglio nota come la chiesa del "Domine quo vadis", si trova infatti al bivio tra l'Appia Antica e la via Ardeatina. Così come si presenta oggi è il rifacimento seicentesco di una piccola cappella del IX secolo. Contiene in sé un significato religioso molto profondo, che la rende meta di pellegrinaggi. Negli Atti di Pietro infatti si narra che l'apostolo, scappando dalle persecuzioni dei cristiani volute dall'imperatore Nerone, avrebbe visto Gesù e gli avrebbe chiesto "Domine, quo vadis?". Alla risposta "Eo Romam iterum crucifigi" - Vengo a Roma a farmi crocifiggere di nuovo - Pietro decise che il suo compito fosse quello di tornare indietro affrontare con coraggio il martirio. La chiesa è tra le più visitate perché al suo interno è esposta una lastra di marmo con due impronte di piedi che, secondo la tradizione, sarebbero le impronte lasciate da Gesù. Il rilievo originale è conservato nella basilica di San Sebastiano fuori le mura. La chiesa oggi è gestita dalla Congregazione di San Michele Arcangelo a cui è annesso anche il convento del XVII secolo. Al suo interno c'è anche una lapide in memoria della visita papale di Giovanni Paolo II del 22 marzo 1982. "
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