16 giu 2017

Ius soli, assalto leghista scatena rissa al Senato  - Pagina Nazionale - Il Tirreno

Ius soli, assalto leghista scatena rissa al Senato  - Pagina Nazionale - Il Tirreno: "Urla, parolacce, spintoni e persino il tentativo leghista di occupare i banchi del governo che è costato a Valeria Fedeli un ricovero in infermeria. L’accelerazione della maggioranza sulla legge per lo ius soli ha scatenato risse dentro e fuori dal Senato. Fuori, nelle piazze intorno a palazzo Madama, i militanti di Forza Nuova e Casapound provano in più riprese a forzare i cordoni della polizia, decisa a non fare avvicinare il gruppo di duecento energumeni al Senato. «Prima gli italiani», «No allo ius soli», scandiscono i militanti delle formazioni di estrema destra cercando di aprirsi dei varchi. Qualcuno ha sui cartelli con asta pericolosamente lunga le foto di alcuni dei terroristi di Londra e Parigi. Un messaggio chiaro: i futuri cittadini italiani, ovvero i quasi ottocentomila ragazzi nati e cresciuti in Italia che ancora non hanno la cittadinanza potrebbero essere dei futuri terroristi. Spintoni, manganelli, assalti. Il gruppo arriva a due passi dal Senato e viene infine disperso con gli idranti e scortato fuori dal centro. Ma è dentro l’Aula che succede di tutto.

Ius soli, cartelli e spintoni: la protesta della Lega in Senato
I senatori della Lega Nord hanno inscenato una dura protesta in aula contro la decisione di incardinare subito il ddl sullo ius soli. I leghisti hanno esposto cartelli con scritto ''No allo ius soli'', arrivando anche sotto i banchi del Governo. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha quindi espulso dall'emiciclo Raffaele Volpi. Nella bagarre sarebbe rimasta contusa la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, portata poi in infermeria Realizzato da H24


Lo ius soli viene sommerso dagli emendamenti delle opposizioni tanto che la maggioranza, decisa ad accelerare, sta pensando di mettere la fiducia. La seduta è decisamente fuori controllo. È la Lega Nord a guidare la protesta. Con l’inversione dei lavori d’Aula il Pd conferma di voler accelerare l’approvazione della legge. È a quel punto che si scatena l’inferno. Urla imprecazioni, spintoni. Il senatore leghista Sergio Volpi scandisce chiaro un Vaffa... diretto al presidente del Senato Pietro Grasso che lo sospende per qualche minuto. Poi decide di graziarlo. I senatori del Carroccio sventolano manifesti minacciosi. «No all’invasione», «Prima gli italiani» e intanto scendono dagli scranni e cercano di occupare i banchi del governo. A farne le spese è soprattutto il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che viene spinta sbattendo il braccio su una sedia mentre i senatori di Salvini occupano i banchi del governo con i loro cartelli. Il ministro Fedeli viene accompagnata in infermeria dove le viene applicato un cerotto antidolorifico al gomito destro. La collega Anna Finocchiaro, definisce «indecente la bagarre della Lega e il silenzio complice del M5S: che tristezza anteporre la ricerca del consenso alla civiltà», dice. A Fedeli arriva la solidarietà di Matteo Renzi e di Laura Boldrini. La presidente della Camera lancia un appello: «basta violenze in aula», chiede. «La sopraffazione non fermerà una battaglia di civiltà», commenta in serata il ministro dell’Istruzione. In infermeria arriva anche Marco Centinaio. Il capogruppo leghista che ha guidato la carica al governo si fa dare del ghiaccio perché si è fatto male aggrappandosi ai banchi del governo per non essere trascinato via dai commessi. «Manderò dei fuori alla Fedeli», dice in serata.

Dalla Lega però nessuna retromarcia. «È una legge folle, non molliamo», avverte Salvini. Quanto al M5S non ci sono ripensamenti. Malgrado nelle chat dei parlamentari ci sia dissenso sull’astensione sul provvedimento comunicata via blog da Grillo (astensione che al Senato equivale al no) il M5S è compatto. Nessun ripensamento. Ma Roberto Fico liquida come una «stronzata» che la posizione del M5S sia di destra.

Sulla legge intanto è arrivata una valanga di emendamenti. Solo la Lega ne ha presentati quasi 50mila (48.408). Per questo in casa democratica si fa strada l’ipotesi di porre la fiducia sullo ius soli. È il presidente del Pd Matteo Orfini a dirlo. «Se questo sarà l’atteggiamento delle opposizioni il Pd chiederà al governo di mettere la fiducia», spiega Orfini per il quale il matrimonio tra Lega e M5S è già in atto. Ma Roberto Calderoli, un vero esperto di regolamenti parlamentari e inventore del Porcellum, avverte: non basterà una fiducia ce ne vorranno quattro, se si vuole che il ddl non torni alla Camera e vi sia la doppia lettura conforme rispetto al teso uscito da Montecitorio. Il testo tornerà in Aula il 20 giugno. Ma sulla legge, ritenuta anche da Pietro Grasso «una priorità», già si addensano nubi. Giorgia Meloni (ma anche i sovranisti Storace e Alemanno) fanno sapere che se diventerà legge raccoglieranno le firme per un referendum abrogativo"


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