5 mag 2018

Pamela Mastropietro, oggi funerali a Roma a 3 mesi dall'omicidio/ Lutto cittadino a Macerata e nella capitale

Pamela Mastropietro, oggi funerali a Roma a 3 mesi dall'omicidio/ Lutto cittadino a Macerata e nella capitale: "Si terranno questa mattina i funerali di Pamela Mastropietro, la giovane 18enne uccisa tre mesi fa a Macerata, in circostanze ancora da chiarire. Nelle scorse ore è partita da Macerata la salma verso Roma, ed erano un centinaio le persone che si sono raccolte davanti all’obitorio marchigiano, compresa la mamma, lo zio, e la nonna di Pamela. Presente anche il primo cittadino, Romando Carancini, che ha abbracciato la madre della ragazza, parlandoci assieme per circa una ventina di minuti, come riferisce l’agenzia Ansa. Questa mattina un piccolo corteo funebre ha accompagnato la salma di Pamela presso la chiesa Ognissanti di via Appia Nuova in Roma, dove è stata aperta la camera ardente e dove, dalle ore 11:00, si celebreranno i funerali. La 18enne è stata posta in una bara bianca, ed erano molti gli amici ad attenderla sul sagrato, con la madre che si è invece messa subito dietro al carro funebre con un mazzo di rose rosse. Alcune amiche hanno esposto uno striscione con la scritta «Infinitamente... manchi ma ci sei!». Oggi sarà lutto cittadino a Roma e a Macerata. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

PARLA LA MAMMA DI PAMELA
La mamma di Pamela Mastropietro è stata intervistata dal Tg1 per chiarire anche la posizione della famiglia nella tragica vicenda della ragazza uccisa e di cui è stato poi smembrato il cadavere, con alcuni spacciatori nigeriani, tra i quali Innocent Oseghale, tra i principali sospettati del brutale omicidio. La signora Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, si è sempre ribellata con rabbia a chi ha sostenuto come lo stile di vita e la tossicodipendenza della figlia l'abbiano messa a rischio di situazioni che l'hanno portata poi a finire nella mani di brutali assassini. La madre ha sottolineato: "Non avevo idea dei pericoli ai quali stava andando incontro Pamela, la sapevo in comunità a curarsi. Avessi saputo, sarei intervenuta." Dunque sottolineando come le responsabilità siano esclusivamente dei carnefici che hanno inflitto alla ragazza una morte orribile. (agg. di Fabio Belli)

LO ZIO, ANDRO' FINO IN FONDO
A distanza di tre mesi dal terribile delitto, Pamela Mastropietro ha lasciato in una bara bianca Macerata in direzione Roma, dove domani alle 11:00 si celebreranno i funerali. Un giorno di lutto che unirà inevitabilmente le due città, in questi mesi al centro della cronaca in merito ad un fatto terribile che giorno dopo giorno continua ad essere arricchito da tasselli inquietanti. Lo zio della ragazza, Marco Valerio Verni, sulla sua pagina Facebook ha voluto ricordare ancora una volta Pamela: "Baciandoti sulla fronte per un’ultima volta ti ho rinnovato la promessa che andrò fino in fondo", ha scritto. E le indagini su quella morte assurda e violenta procedono. Intanto ieri Innocent Oseghale è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, questa volta con l'accusa di omicidio volontario. Lui nega ma gli inquirenti collocano la mattanza proprio nella sua abitazione. Durante l'interrogatorio per rogatoria nel carcere di Ascoli Piceno, Oseghale ha dichiarato: "Non l'ho uccisa e nemmeno ho sezionato il cadavere. Tantomeno l'ho proposta ad Awelima per un rapporto". La sua linea difensiva, dunque, non sembra essere mutata. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

AWELIMA, “INNOCENT MI CHIESE SE VOLESSI STUPRARLA”
Le prima parole che emergono dall’interrogatorio di Innocent Oseghale nel carcere di Ascoli Piceno (riportate da Rai News24) davanti al gip confermano la linea difensiva tenuta fin dall’arresto: «non l’ho uccisa io e nemmeno ho sezionato il cadavere», ma non solo, allontana da sé anche l’accusa di aver chiesto ad Awelima di voler stuprare la ragazza mentre dormiva. «Non l’ho proposta ad Awelima per un supporto»: gli altri dettagli dell’interrogatorio verranno resi noti nelle prossime ore, ma intanto emerge una ricostruzione dei fatti che non convince gli inquirenti che continuano a sospettare di Oseghale come il pusher che l’avrebbe drogata fino allo stordimento, poi uccisa e fatta a pezzi in un trolley. «Lei aveva assunto eroina e stava male, aveva gli occhi all’insù. Io ho lasciato la casa per consegnare altra droga», dopo che Desmond Lucky lo aveva tranquillizzato sulle condizioni della ragazza. In conclusione, il ragazzo spiega «Quando sono tornato a casa la ragazza era morta, era stata fatta a pezzi e il suo corpo era chiuso nei due trolley». La versione non convince a fondo e dimostra come ancora una volta i tre nigeriani in carcere per la morte di Pamela Mastropietro continuano nel “gioco” ad incolparsi per evitare di subire la pena massima prevista per l’orrendo omicidio e vilipendio di cadavere. (agg. di Niccolò Magnani)

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