13 mar 2018

“Ha finanziato la latitanza di Messina Denaro”. Arrestato Vito Nicastri, il “re” dell’eolico - Repubblica.it

“Ha finanziato la latitanza di Messina Denaro”. Arrestato Vito Nicastri, il “re” dell’eolico - Repubblica.it: "Un insospettabile imprenditore ha finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro, il padrino di Cosa nostra che sembra diventato imprendibile dal 1993. E’ Vito Nicastri, “il signore del vento” come lo definì alcuni anni fa il Financial Times: il re degli impianti eolici da Roma in giù è stato arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Palermo coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido stringono il cerchio attorno alla rete di complicità che continua a proteggere il capomafia condannato all’ergastolo per le stragi di Roma, Milano e Firenze del 1993.

Questa notte, un blitz dei carabinieri del comando provinciale di Trapani e della Direzione investigativa antimafia ha portato in carcere 12 persone. Individuati i nuovi colonnelli del superlatitante sul territorio – i capi delle famiglie di Vita e Salemi – ma anche altri gregari, piccoli e grandi, erano gli snodi dell’organizzazione di Messina Denaro, che continua a comunicare attraverso i pizzini, biglietti di carta ripiegati fino all’inverosimile, che viaggiano in lungo e in largo per la Sicilia (e forse anche oltre) attraverso fidati postini. 
 
Eolico: "Fuori i soldi o non si alza un palo"

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Ora, l’ultima traccia per provare ad arrivare al superlatitante è la “borsa piena di soldi” consegnata da Nicastri, così ha raccontato Lorenzo Cimarosa, il cugino acquisito di Messina Denaro che cinque anni fa ha deciso di rompere con la sua famiglia dopo essere finito in manette. Una borsa piena di soldi che Nicastri avrebbe consegnato a un fidato capomafia trapanese, Michele Gucciardi, dopo aver concluso un affare. Poi, la borsa passò a Cimarosa, e da lui al nipote prediletto della primula rossa di Cosa nostra, Francesco Guttadauro (oggi al 41 bis). Le indagini dei pm Carlo Marzella e Gianluca De Leo dicono che quella borsa fece un po’ di strada in
provincia di Trapani a fine 2012. Ed è l’ultimo segno concreto di Messina Denaro in Sicilia. Poi, il nulla. Nessuna traccia, nessun cenno nelle intercettazioni. Matteo Messina Denaro è tornato ad essere un fantasma, e anche i suoi fedelissimi – fiaccati da arresti e sequestri - si lamentano. “Pensa solo a lui”. Chissà, forse si è rifugiato al Nord Italia, o in Svizzera, o magari in Venezuela, dove ha sempre avuto buoni contatti."


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