22 gen 2018

Venezia, stangata a turisti giapponesi: 1100 euro per quattro bistecche e una frittura - Repubblica.it

Venezia, stangata a turisti giapponesi: 1100 euro per quattro bistecche e una frittura - Repubblica.it: "VENEZIA - "Scadente il servizio, l'ambiente, il trattamento dei clienti. Qualità da take away. Non ci andrò mai più, nemmeno per un caffè": così ieri su Tripadvisor un cliente commentava il ristorante di Venezia accusato nelle stesse ore di aver fatto pagare a quattro giovani turisti giapponesi 1100 euro per quattro bistecche, una frittura mista di pesce, acqua e servizio. Il locale, un'osteria nella zona delle Mercerie, vicino a San Marco, di proprietà di una cinese e gestito da un egiziano, colleziona da molto tempo nel sito che raccoglie le recensioni dei clienti giudizi da tagliare le gambe. "Imbarazzante per il nome dell'Italia" lo definisce Stefano, "Da chiudere immediatamente" suggerisce Raffaele, mostrando uno scontrino che dimostra come due birre alla spina sono state pagate 16 euro.

A rendere pubblica la vicenda sui social è stato Marco Gasparinetti, portavoce della piattaforma civica "Gruppo 25 Aprile", il quale ha riferito d'averlo saputo dalla guida turistica che accompagnava i quattro turisti, che però aveva mangiato altrove. Il gestore della trattoria, un egiziano, ha detto di non ricordare "di avere avuto problemi con clienti giapponesi in questi giorni". Ma Gasparinetti non indietreggia, sostenendo che è solo l'ennesimo caso: "mi hanno assicurato - ha detto - che i giovani, studenti universitari a Bologna, una volta scesi dal treno hanno presentato denuncia alla questura. Il problema c'è stato eccome".

"Nei prossimi giorni verificheremo bene questo episodio, ci faremo inviare la copia della denuncia se è stata effettivamente presentata: se sarà confermato questo episodio vergognoso, faremo tutto il possibile per punire i responsabili", promette il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro con un tweet. "Noi siamo per la giustizia, sempre!" conclude Brugnaro.

"C'è una beffa nella beffa - aggiunge Gasparinetti - e riguarda altre tre ragazze che erano nel gruppo e che, 'annusando' la possibile fregatura, hanno pensato bene di scegliere un locale diverso per mangiare solo una pizza". Credevano di andare sul sicuro e invece, si sono viste servire tre piatti di pasta con il pesce al 'modico' prezzo di 350 euro. Peraltro, questo secondo locale, sarebbe lo stesso chiamato direttamente in causa lo scorso novembre per aver fatto pagare 526 euro a tre viaggiatori orientali per un pranzo a base di pesce". In quel caso i turisti avevano sostenuto che il cameriere aveva giocato sul fatto che non conoscevano una parola di italiano, portando in tavola costose pietanze di pesce che non avevano ordinato. Ma che non erano state neppure rimandate in cucina.

La vicenda era stata commentata con ironia, ma con parole taglienti, dal sindaco Luigi Brugnaro: "Pezzenti - aveva detto - Uno mangia e beve, poi dice che non sapeva la lingua. Ma se vieni in Italia devi imparare l'italiano. Hanno mangiato aragosta e non hanno lasciato niente sul piatto. Ho chiesto al cameriere se gli avessero lasciato la mancia, neanche quello".

Ma stavolta le cose sembrano aver preso un'altra piega. Il comandante della polizia municipale Marco Agostini su indicazione dello stesso sindaco ha già preso contatto con chi ha assistito all'accaduto. E si moltiplicano le proposte per evitare che Venezia continui ad essere una trappola mangiasoldi per i viaggiatori. Partendo, peraltro, da un dato che lo stesso Gasparinetti tiene a precisare: nell'area di piazza San Marco solo l'1 per cento dei ristoranti è ancora nelle mani di imprenditori locali, una percentuale che sale al 50 per cento nell'intero centro storico. La gran parte dei locali è passata di mano all'imprenditoria cinese, albanese e mediorientale.

"Venerdì lanceremo sulla nostra pagina Facebook una sorta di manuale - annuncia - su come 'sopravvivere' al Carnevale, con consigli dettagliati sulle situazioni da evitare". Altre associazioni stanno invece pensando alla registrazione di un marchio, una sorta di 'bollino' che attesti la venezianità del locale e la sua correttezza."


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