18 gen 2018

L'Uomo nero intercettato: Sono io il capo della mafia cinese - Video - Cronaca - il Tirreno

L'Uomo nero intercettato: Sono io il capo della mafia cinese - Video - Cronaca - il Tirreno: "PRATO. "Sono io il capo della mafia. Prima non sapevo come fare gli affari, ora sono cambiato e faccio gli affari". Così parla di sé nelle intercettazioni ambientali Zhang Naizhong detto l'Uomo nero, il cinese di 57 anni che viene ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze il "capo dei capi" dell'organizzazione criminale sgominata grazie alle indagini della squadra mobile di Prato su un gruppo di 54 persone, 33 delle quali (tutti cinesi) sono destinatarie di un'ordinanza di custodia per associazione a delinquere di stampo mafioso finaizzata a una serie di reati, ma specializzata nell'acquisizione di aziende di trasporti e dunque con più di un piede nell'economia legale.

VIDEO. Il matrimonio da favola del figlio del "capo dei capi"

Mafia cinese, il matrimonio da favola del figlio del "capo dei capi"
Un matrimonio da favola all'hotel Hilton di Roma con vista sull'intera città, gli invitati fatti arrivare a bordo di Ferrari e Lamborghini, un conto da 80mila euro saldato in contanti. A certificare il ruolo e il carisma di Naizhong Zhang, quello che per gli investigatori il "capo dei capi" della mafia cinese in Italia e anche in Europa, è la cerimonia di nozze del figlio, Di Zhang, celebrata a Roma il 6 febbraio del 2013. Al matrimonio partecipano circa 500 invitati provenienti da varie parti d'Italia ma anche dalla Francia e dalla Cina. E proprio intercettando le telefonate in cui gli indagati parlavano dell'organizzazione del matrimonio, gli investigatori hanno avuto l'ulteriore conferma che Naizhong fosse da tutti riconosciuto come il capo dell'organizzazione - L'ARTICOLO
Per capire l'importanza dell'inchiesta avviata fin dal 2011 dai sostituti procuratori Ettore Squillace, Tommaso Coletta ed Eligio Paolini basti pensare che l'unica altra volta in cui si è dimostrato che esiste la mafia cinese in Toscana risale al 2001 con la sentenza dell'inchiesta "Gladioli rossi". Poi quasi 17 anni di buio, squarciati ora da un'inchiesta destinata a fare rumore.

Perché il giudice per le indagini preliminari ha sposato in pieno la tesi degli inquirenti scrivendo che "è difficile immaginare un caso nel quale gli indici" di mafiosità "siano costantemente presenti e indicativi come in questo caso". Che dunque potrebbe reggere anche il vaglio del giudice di merito.

Ma chi è questo Zhang Naizhong, il capo dei capi? È uno, per capire il personaggio, che arriva nel pomeriggio di mercoledì 17 a Prato e cambia otto auto in pochi chilometri visitando altrettante aziende. Poi decide di andare a cena in un ristorante del Macrolotto industriale e viene omaggiato da una processione di connazionali che si inchinano, letteralmente, davanti alla sua potenza criminale. "Una scena che finora non avevamo mai visto" ha commentato il capo della squadra mobile Francesco Nannucci, l'uomo chiave delle indagini.

VIDEO. Il blitz della polizia nelle immagini dall'alto

Prato, blitz della polizia contro la mafia cinese: le immagini dall'alto
Le immagini aeree dell'operazione della polizia contro la mafia cinese a Prato. Il blitz fa parte di una più ampia operazione in varie città d'Italia coordinata dalla Procura della Repubblica
L'Uomo nero abita a Roma in un condominio di via Marconi all'Eur. Non ha paura di ostentare i segni della ricchezza e almeno una volta alla settimana viene a Prato, dove c'è il centro dei suoi affari, soprattutto nel settore dei trasporti. "Chi è forte a Prato, comanda in Europa" hanno detto gli inquirenti. Prima, ha spiegato il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo, Zhang si occupava quasi esclusivamente di estorsioni, sfruttamento della prostituzione, usura e gestione di case da gioco clandestine.

Poi ha capito che conveniva entrare nell'economia legale. "Questo gruppo assomiglia alle nostre mafie storiche agli inizi" ha spiegato Ettore Squillace, che di mafia si intende fin dai tempi del processo Olimpia ('ndrangheta) a Reggio Calabria: dalle semplici intimidazioni fino al controllo del territorio e all'infiltrazione nell'economia. Qui, a differenza del controllo del territorio, si parla di controllo di una comunità, quella cinese.

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Un'infiltrazione, quella nel settore dei trasporti, con ramificazioni in Spagna, Portogallo, Francia, Germania e puntate fino in Polonia e Repubblica Ceca. In cima a tutti c'è sempre lui, l'Uomo nero. Un gradino sotto il numero 2, originario del Fujian, che è sfuggito alla cattura. Insieme vanno a Parigi per mettere fine a una guerra tra bande e Zhang si premura che l'altro lo chiami capo davanti a tutti. Così fanno e la guerra cessa.

Lo stesso era accaduto dopo il 2010 a Prato. Quell'anno ci fu un feroce duplice omicidio in via Strozzi, quelli dello Zhejiang combattevano contro quelli del Fujian. Poi tutto finisce di colpo, dopo tanti omicidi, e alla squadra mobile si chiedono come mai. Scopriranno che il "merito" è proprio di Zhang Naizhong, che impone una pax mafiosa rotta soltanto nel marzo dell'anno scorso da una sparatoria senza morti e feriti in via Roubaix a Prato. Il segno che qualcuno ha provato a contestare l'autorità dell'Uomo nero, senza riuscirci."



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